Rudolf Laban e la danza moderna in area tedesca
Anche in Germania, come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, a ridosso tra il XVIV e XX secolo, la danza inizia a distaccarsi dal materialismo tecnico della coreografia del balletto accademico, per provare ad inserire al suo interno, un nuovo modo di interpretazione e di rappresentazione finale.
E’ l’epoca della rivoluzione artistica della danza e della sua espressione in Germania, è l’epoca di Rudolf Laban e la sua danza moderna in area tedesca.
Moltissimi danzatori importanti fanno parte di questo passaggio, tra i vari, bisogna anzitutto citare il celebre coreografo, danzatore e teorico Rudolf Laban, nato nel 1879 e morto nel 1958 a 79 anni.
Egli come molti altri conosciuti danzatori europei dell’epoca, è alla costante ricerca di una nuova forma espressiva, per questo sceglie poi di trasferirsi in Africa settentrionale e coltivare in questo luogo le sue nuove idee e prospettive, basate sull’interpretazione e sulla resa del ballo libero.
Qui riesce inoltre ad entrare in contatto personale, sia fisicamente che mentalmente, con alcune forme poco note in Occidente di rituali religiosi basate su balli primitivi di venerazione divina.
La continua ricerca di questi “poeti danzatori” e viaggiatori sia dell’animo che del Mondo, li rende a tutti gli effetti degli inventori, toccati da idee mai raggiunte ne viste prima, in nessun opera teatrale di danza che fino ad allora venivano basate soprattutto su risorse di stampo accademico, ma mai sperimentale.
Obiettivo principale ed univoco di questi nuovi danzatori è quello di trasportare la danza, da essere un movimento del tutto vincolato da movimenti codificati, ad essere un qualcosa di assoluto, svincolato da regole, preconcetti, codici o geometrie forzate, cambiando anche la solita postura del ballo fino ad allora intesa.
Ulteriore scopo univoco è anche si quello di allontanarsi il più possibile da un prodotto dalle caratteristiche principalmente descrittive, includendo improvvisazione e messa a fuoco sugli stati emotivi interni dell’essere umano, un prodotto più intimo e difficile da capire da un pubblico poco attento e coinvolto.
Per Rudolf Laban la danza doveva essere un metodo per riuscire a manifestare in piena libertà: energie fisiche, stati d’animo e spiritualità: danza che venne poi ridefinita come d’Espressione.
Monaco era la capitale di questo genere espressionista, ed è proprio in questo luogo che Laban apre la sua prima scuola di danza espressiva: arte che si lega totalmente allo stile di vita di chi la predilige, caratterizzato da influenze esoteriche, naturalismo, ed in armonia con il proprio Mondo interiore.
Rifugiatosi in Svizzera dopo lo scoppio del primo conflitto Mondiale, Laban continua a professare attraverso la sua danza artistica ed espressiva, creando coreografie, musiche, scenografie e vesti, fino al raggiungimento della creazione di due teorie importantissime e rivoluzionarie: l’eucinetica e la coreutica, rispettivamente, teoria dell’espressione e teoria dello spazio.
Tornato In Germania verso il 1920 fonda prima la sua compagnia e quasi dieci anni dopo, rilascia le sue teorie ed i suoi studi tramite il Congresso della danza di Essen, che accoglie il suo sistema di notazione lavorativa.
Lavorerà inoltre come direttore all’interno dell’Opera di Berlino, occupandosi naturalmente del reparto danza, per poi infine trasferirsi nel regno Unito, insegnando pedagogia fino alla sua morte, dopo aver fondato il “Laban Art of Movement Studio”.